MONFERRATO

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DOV’È?
Raggiungere il Monferrato è semplice e agevole. A circa un’ora di strada da Torino, Milano e Genova, è in particolare concentrato nella provincia di Alessandria con alcune diramazioni su Asti e Vercelli, è attraversato dall’autostrada A4 (per chi arriva da Milano o Torino) e A26 (per chi proviene da Genova). In particolare, Casale è inserita nel sistema autostradale con due caselli sulla A26, uscite Casale Nord e Casale Sud (questa ultima consigliata anche per l’area valenzana). 

Oltre ai trasporti ferroviari, il Monferrato è servito da una buona rete di pullman (per informazioni: Gruppo STAT Tel. 0142.781660; Arfea –Tel. 0131.225810). 

Casale è dotata di un aeroporto, il Cappa, che si sta rilanciando ed è inserito nel piano regionale dei trasporti come aeroporto di terzo livello. 

I PERCORSI NEL PAESAGGIO MONFERRINO

Il Monferrato è paragonabile ad un “mare di colline”, un labirinto di valli e alture di modesta entità, chiamato “bric e foss” dai monferrini DOC.
Camminare e percorrere questo territorio è come essere immersi “nel mare” e nuotarci liberamente dà fantastiche sensazioni di libertà: quando si è in cima ad una collina viene voglia di raggiungere subito la cima di quella di fronte, quando si cammina in una valle si è attratti dal bosco che sta poco più in alto, quando si cammina in un vigneto si vorrebbe correre per vederne la fine, quando d’autunno le colline si infiammano di colori si vorrebbe che il tempo si fermasse… 

Sono emozioni inaspettate che dà il Monferrato, quando lo si attraversa a piedi, in bicicletta, a cavallo o in macchina. Eppure, se il principio del muoversi è nel camminare da un punto ad un altro, non ci si può esimere, parlando di percorsi, dal sottolineare il principio dello “stare”, del fermarsi ad osservare con occhio un po’ più attento la trama del paesaggio che abbiamo attorno, per capirlo, comprenderlo e impossessarci delle sue ragioni e regole… Lo sguardo attento “scompone il territorio in piccoli pezzi” per apprezzarne di più l’insieme complessivo.

Il paesaggio monferrino si può infatti suddividere essenzialmente in tre parti:

  • la zona pianeggiante (parco del Po), caratterizzata dalle risaie e dalle splendide regimazioni idrauliche che dal canale al rio portano la preziosa acqua in grado di far germogliare il riso. Sono opere secolari, studiate sul territorio, in grado di sfruttare le minime pendenze di una pianura altrimenti completamente piatta, che ci ricorda gli sforzi e l’intelligente manualità del coltivatore. Queste zone, ricchissime di acqua e di animali particolari (garze, aironi, cicogne, rane, rospi e pesci) sono spettacolari soprattutto in aprile – maggio con le risaie allagate;
  • la zona collinare (Valle Ghenza, Vignalese, Moncalvese, Casalese), il cuore centrale del Monferrato, con i suoi dolci declivi in cui domina il vigneto. Già dal tempo dei Romani, Plinio il Vecchio citava le uve di “muscum” (l’attuale Moscato) di queste zone, raccontando come il vino fosse particolarmente apprezzato. La sapienza coltivatrice del contadino si può osservare ancora oggi, nei molti vigneti antichi posti magistralmente lungo le curve di livello, nelle sistemazioni dette a girapoggio o nei terrazzamenti, che impongono al paesaggio una geometria e un ordine impeccabili. Eppure il contadino dice “Voglio fare un buon vino”, non “voglio fare una bella vigna…”. il paesaggio rimane un esempio di unicità e genuinità storica perché rimasto inalterato per secoli.
  • le zone boschive (la Valle Cerrina), ormai numerose nel rilievi più alti e causa di un progressivo abbandono dei terreni più acclivi. Sono boschi ricchi di castagni, frassini, roverelle, “pessre” (pini silvestri), e di animali come volpi, lepri, poiane, tortore… Sono boschi incantati, privi di pericoli, adatti per lunghe camminate in cerca di fresco nelle giornate estive più calde.

Anticamente, il percorso più primitivo e spontaneo era quello di crinale, che segue lo spartiacque, in quanto più lontano dai corsi d’acqua, con maggiore padronanza visuale più sicura dalle zone “paludose” dei fondovalle… e ancora oggi i percorsi più utilizzati sono quelli di crinale, in quanto i più antichi e più stabili. Pian piano l’uomo ha poi incominciato a individuare i percorsi in costa, verso valle e finalmente a utilizzare i più facilmente accessibili di fondovalle. 

Il paesaggio va comunque vissuto nella sua globalità ed è proprio la complessità e la ricchezza delle sue colline che rendono il Monferrato un ambiente unico e indimenticabile, da vivere e da raccontare, da ascoltare e da annusare, da vedere e da assaggiare.

CASALE MONFERRATO E UN MONDO INTORNO: UNO SGUARDO DI INSIEME 

                                    Il Monferrato è un territorio emerso dal mare, l’oceano della Tetide, venti milioni di anni fa. Non mancano le tracce di un passato più prossimo come la necropoli celtica che si sta portando alla luce in questi ultimi anni a Pobbietto di Morano Po (lungo la Casale-Torino), i cui reperti costituiscono il nucleo della sezione archeologica del civico Museo.

Densamente popolato ai tempi dei Romani (la città più importante era Vardacate), il territorio subisce l’invasioni barbariche e poi saracene (si parla di un mitico tesoro nelle grotte di Moleto, in territorio di Ottiglio, Giarole era porto arabo sul Po). Poco prima del Mille ecco Aleramo che ottiene il possesso della marca di Monferrato (la leggenda vuole che ottenesse tanta terra quanta raccolta nei confini di una cavalcata di tre giorni e tre notti). Dagli Aleramici, ai Paleologi con lo stato proiettato in Oriente, poi ai Gonzaga. La residenza monferrina è trasformata dalla dinastia mantovana in una munitissima piazzaforte; il Po contribuisce a un lato della difesa insieme al castello potenziato nelle strutture difensive del duca Guglielmo; in direzione della pianura sorge l’inespugnabile Cittadella a sei bastioni (1590-95). Per tutto il Seicento, il ducato di Monferrato è al centro della storia europea e … di guerre e saccheggi che hanno come protagonisti le grandi potenze del tempo, Spagna e Francia, che si scontrano per il controllo di Casale e della sua poderosa fortificazione esagonale che tuttavia resiste a numerosi assedi (ricordati dal Manzoni e recentemente da Umberto Eco). Con il successivo passaggio ai Savoia (1713), Casale perde il ruolo di capitale, ma si trasforma, sottoposta ad un’intensa opera di arredo urbano in alcune arterie principali che (via Mameli, via Garibaldi…) accolgono le stupende dimore della nobiltà.

Una citazione del canonico Gerolamo de Bono: “il Monferrato, fiorentissima regione d’Italia è racchiuso tra Liguria, l’Insubria e il Piemonte… Lo bagnano il Tanaro e l’Eridano, il re dei fiumi, Stura, Dora, Bormida e Tanaro… Vi sono città importanti, Casale di S. Evasio, Acqui, Alba Nizza, Moncalvo e Trino e molti nobili borghi e fortificatissimi castelli…” (1734, Origine della chiesa casalese).   Una puntata alla Casale d’oggi impone l’obbligo della visita al complesso    israelitico (aperto alla domenica, gli altri giorni su prenotazione) in vicolo Salomone Olper con la barocca Sinagoga e il museo, secondo in Italia  nel settore (si sta anche arricchendo di una sezione di arte contemporanea, con opere di Arman, Mondino, Luzzati, Recalcati, etc.) e l’archivio con le tolleranze gonzaghesche. Poi (è tutto in centro) entrate nella cattedrale dedicata a S. Evasio (nartece con influssi arabi restaurato in occasione del Giubileo, crocefisso pensile, mosaici, tesoro), nelle chiese di San Domenico (con quadri del Guala e del Musso, chiostro), San Filippo (una vera pinacoteca), Santa Caterina (splendidamente affrescata). S. Michele (gioiellino coi dipinti del Caccia), del Gesù (soffitto ligneo, quadri preziosi); nel Teatro Municipale (soffitto del Moja, palco reale); nei palazzi Anna d’Alençon, gotico, Trevisio, rinascimentale, San Giorgio (sede del Comune), Magnocavalli, Gozzano di Treville, trionfo del barocco, Sannazzaro; nel complesso di S. Croce (con il museo civico e l’annessa importantissima gipsoteca di Leonardo Bistolfi); visitate la centrale piazza Mazzini con il monumento equestre a re Carlo Alberto, la Torre Civica (vi si può salire nel corso di “Casale Città Aperta” ogni secondo fine settimana del mese, quando c’è il mercatino dell’antiquariato). E’ bello in ogni caso perdersi tra chiese e cortili che significano mille anni di capitale di marchesato. Per info su aperture monumenti o possibilità di visita, contattare Ufficio informazioni turistiche IAT (tel. 0142 444330).  

                                    Da Casale la capitale del Monferrato, si  raggiungono  tanti  paesi ed  ognuno di  loro   ha  Risultati immagini per Il Sacro Monte di Crea

una sua particolarità artistica, paesaggistica, gastronomica  ecc.  Da non  dimenticare il Santuario di Crea (metri 443), Si consiglia la visita delle 23 cappelle fino a quella del “Paradiso”. Il Sacro Monte di Crea è inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità nell’ambito dei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia. Risultati immagini per Carlo Carrà..

  Fubine Monferrato il borgo storico accoglie con grandiosi infernot mentre Quargnento  è il  luogo natale del pittore Carlo Carrà.. 

   

 

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Risultati immagini per infernot Gli “infernot” del Monferrato, singolari specole vinarie, scavate nella pietra da cantoni , sono stati riconosciuti patrimonio UNESCO nell’ambito dei Paesaggi vitivinicoli del Piemonte. Poco distante i borghi di Sala Monferrato e Treville regalano scorci panoramici di rara bellezza. 
Il Monferrato: un giacimento di cultura e… di gastronomia. Terra di grandi e piccoli (per produzione, non qualità) vini che fan rima con la buona cucina.

I piatti che pur con ingredienti poveri come la bagna cauda o la panissa offrono al palato sapori nuovi, poi gli agnolotti, nati come piatto unico al pari del fritto misto, quindi il trionfo dei bolliti con il bagnetto verde, nei dolci krumiri, bunet, torte rustiche, in stagione tartufi e funghi. Si possono gustare in piccole trattorie, in ristoranti rinomati, in agriturismo e luoghi di charme che sono la formula ultima vincente di questo Monferrato.

MONFERRATO, IL RINASCIMENTO DEL VINO DI QUALITÀ 

Dai grandi vitigni autoctoni, primo fra tutti il Barbera (che ha richiesto la denominazione d’origine controllata e garantita), ma anche il tipico Grignolino, l’anarchico e individualista (definizione di Veronelli…), il Freisa, la Malvasia, ai bianchi importanti come lo Chardonnay

L’Enoteca Regionale del Monferrato (aperta: martedì, mercoledì e domenica dalle 10,00 alle 20,00 – giovedì, venerdì e sabato dalle 10,00 alle 22,00; tel. 348 0435097 – 346 2241702) presso la prestigiosa sede del Castello del Monferrato, propone in vendita vini pregiati del Monferrato e del Piemonte, unitamente ad altri prodotti gastronomici di qualità (dolci, riso, conserve e confetture).

L’Enoteca è una struttura al servizio dei produttori e dei consumatori, e i prezzi di vendita sono simili a quelli praticati dai viticoltori per la vendita diretta in cantina. Su richiesta organizza momenti di formazione e didattica per consumatori, degustazioni guidate per gruppi, anche in abbinamento con assaggi tipici.

Il Comune di Casale ha istituito da tempo il concorso enologico ‘Il Torchio d’oro’ che premia i vini di qualità.

GASTRONOMIA: RICETTE, ANEDDOTI E CURIOSITA’ La cucina del Monferrato casalese sovrappone ricette semplici ad altre più elaborate. Per comodità la potremmo dividere tra quella di pianura e collina. Nella prima, a retaggio di povertà contadine, spiccano i piatti unici come gli agnolotti (nell’impasto di quelli casalesi secondo la ricetta di Francesco Caire, è bene aggiungere una fetta di prosciutto e mezzo cavolo, in quelli di Cerrina, oltre al prosciutto, salame cotto e carne di coniglio, in quelli di Fubine coppa e cervella) e il fritto misto (costine di vitello, scaloppine, fegato, cervella, maiale, salsiccia, crocchettine di pollo, frittelle di mele, amaretto, semolino dolce…, nei paesi dell’Oltrepò si possono aggiungere anche le rane), complessivamente mai meno di 11 pezzi.

Altro piatto tipico: bollito con il tris di bagnet (la capitale del bollito è Moncalvo); per quanto riguarda la pianura affettati (salam dla duja), pesce in carpione, riso e fagioli (ecco la panissa), rane (nel riso, in pastella…), lumache. In stagione funghi e tartufi. Tra gli antipasti i peperoni in bagna cauda o le uova alla Bela Rusin (che era nata a Moncalvo). Nei primi è ancora giusto citare  gli gnocchi alla monferrina. Tra i piatti poveri ma non per questo meno gustosi, spicca la bagna cauda, una salsa accompagnata dai cardi e altre verdure (topinambur, sedani, peperoni, verza, rapanelli, patate…) e particolarmente invitante alla convivialità: è rituale che tutti i commensali intingano le verdure in un unico tegame a centro tavola, riscaldato dal fornelletto sottostante. Tra i piatti persi o quasi la finanziera, la soma, l’anguilla in umido, i friciulin (frittelle) d’ortica o di verdure e riso. In mille modi si cucinano (per fortuna) polli, conigli, oche (qui entra la tradizione ebraica). Per i dolci bisogna subito citare i krumiri (biscotti bitorzoluti di farina bianca e di mais, uova, burro, zucchero, vaniglia e aromi), la cui forma evoca i baffi di Vittorio Emanuele, ormai simbolo di Casale; poi bunet, panna cotta, crostate, le frittelle di San Giuseppe; a Carnevale le gale (nella ricetta Caire figurano rhum, vermouth e in finale vino bianco). Nel giorno di S. Evasio la omonima Confraternita distribuisce (son ricercati) i galletti di pasta frolla. Nel Valenzano brillano gli Amaretti “Margherita”

I PARCHI E RISERVE NATURALI

All’interno dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, iscritti nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, si colloca la Riserva speciale del Sacro Monte di Crea (alt. 355 – 455 m.s.l.m.)

Riserva naturale tra le più importanti dell’intero Piemonte, è un esempio particolarmente affascinante di relazione fra natura, devozione e arte: il fascino incontaminato di un paesaggio boschivo che consente scorci panoramici mozzafiato, si unisce alla dimensione architettonica del Santuario dedicato a Santa Maria Assunta e delle cappelle (23, più 5 romiti), alcune opera di artisti di rilievo quali il Moncalvo o l’Alberini, rappresentanti gli episodi salienti del Vangelo e culminanti nel maestoso e inconsueto “Paradiso”.

Area attrezzata per picnic, la Riserva offre la possibilità di visite guidate gratuite, da lunedì al sabato (su prenotazione); la cappella del “Paradiso” è visitabile nei giorni festivi e prefestivi, secondo orari che variano stagionalmente. La fatica del visitatore che raggiunge il culmine della collina è ricompensata dalla visione di un paesaggio mozzafiato che si distende sotto gli occhi a 360°.

Presso la sede della Riserva sono anche disponibili un’aula polifunzionale, una biblioteca, aree verdi per esercitazioni didattiche all’aperto. 
Per informazioni:  Riserva speciale del Sacro Monte di Crea  Cascina Valperone, 1 – 15020 Ponzano Monferrato (Al) Tel. 0141.927120           Fax. 0141.927800         E-mail [email protected] 

Web www.parcocrea.com, www.sacrimonti.net 

Aree Protette del Po alessandrino – vercellese

Estese da Crescentino (VC) fino alla confluenza con il torrente Scrivia, le Aree Protette sono costituite da 8 Riserve naturali più il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, e sono un Ente strumentale della Regione Piemonte, i cui obiettivi sono.

  • Tutela dell’ambiente
  • Divulgazione ed educazione didattica
  • Recupero e ricerca ambientale

Di particolare interesse sono gli otto itinerari cicloturistici che si snodano da Crescentino sino a Valenza (AL) e sono indicati con i cartelli “In bici sul Po”. Di recente realizzazione il depliant sulle ciclovie del Po.

La parte più interessante dal punto di vista faunistico e floreale è quella che si colloca fra Pontestura e Gabiano, mentre di particolare rilievo è il tratto valenzano: da segnalare la “Garzaia”, luogo in cui nidificano gli aironi e annualmente vi fanno ritorno.  Il territorio dell’area protetta  è anche meta ideale per piccoli percorsi a cavallo.

Di notevole interesse il Centro visite, che ospita due sale visive naturalistiche per lo studio di flora e fauna. Le Aree Protette possono essere visitate liberamente o, su prenotazione, con una guida.

Per informazioni: Per prenotazione visite: Carmela Caiazzo – Tel. 0384.84676, Fax 0384 84754,   e mail [email protected] ,    www.parcodelpo-vcal.it      

Le Grange 

Grosse tenute agricole, unite ad un complesso religioso, spesso un monastero o un’abbazia, caratterizzano il Monferrato di pianura. Lo spettacolo di questi luoghi, circondati dalle risaie, in primavera colme d’acqua, è un’emozione unica. 
Il termine è importato dalla Francia dai monasteri cistercensi (francese antico Granche, Grange + granaio, dal latino granum). Quando i Cistercensi entravano in possesso di terreni fondavano un’abbazia che circondavano di grange. 
Da non perdere a Fontanetto l’antico mulino San Giovanni, raro esempio di archeologia industriale risalente al 1460, con tutte le macchine per la lavorazione del riso funzionanti ad acqua. 

Chi è Mon.D.O. [email protected]  

Mon.D.O. (Monferrato Domanda Offerta) è un Consorzio a capitale misto pubblico – privato, composto da Comuni del Monferrato Casalese e dell’area circostante della Pianura del Po, da Enti pubblici e da un pool di privati, per lo più società, aziende ed organismi operanti nei servizi e nel settore dell’accoglienza turistica. Il Consorzio è senza scopo di lucro ed ha come obiettivo la promozione dell’immagine del territorio e l’incentivazione del turismo.

                                                          Segnalato  da    Ornella  Torre